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19 Aprile 2024
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Una “giostra” da fermare al più presto

(ph. Zonta / SPORTvicentino)
(ph. Zonta / SPORTvicentino)

Nel momento in cui scriviamo non sappiamo ancora l’esito della riunione tra Vi.Fin e Boreas, e quindi se questa vendita della società sia stata decisa oppure no, o se la situazione si sia evoluta in un qualunque altro scenario che potrebbe, come più volte in questi mesi, sorprenderci.

Ma anche senza saperlo, la sensazione più forte, filtrata dalla speranza che alla fine in qualche modo tutto si concluda per il meglio, è che così non si possa andare avanti, in ogni caso. Questa co-gestione, in cui all’inizio (o meglio, guarda caso, durante la campagna abbonamenti) sembrava che tutti andassero d’accordo, si sta trasformando in una telenovela infinita che ha stancato, lo diciamo senza se e senza ma. E’ ormai una tiritera portata avanti a sussurri e senza chiarezza, soprattutto da quando, per ragioni di salute, Franchetto ha dovuto fare un passo indietro. Sembra una giostra che da fuori ha i contorni della macchina infernale e che va fermata al più presto.

Lo dicono i fatti avvenuti in questi mesi,
al quale si è aggiunto l’ultimo passaggio, quello del triplo responsabile del settore giovanile – uno ufficiale, uno ufficioso, uno annunciato – che in un momento come questo più che dissipare i dubbi li ha aumentati. Gli stessi dubbi emersi durante la scelta del ds (per fortuna Zocchi si è rivelato una persona competente) o quando abbiamo sentito le diverse voci sul centro di Isola, che Vi.Fin avrebbe deciso di abbandonare, mentre Boreas vorrebbe tenere… E potremmo andare avanti. Insomma, qui non si vuole prendere le parti dell’uno o dell’altro, ma semplicemente dire che da qui in poi di decisioni da prendere ce ne sono tante, e vanno prese in maniera precisa e univoca. O dentro o fuori, ma che sia finita una volta per tutte: lo meritano in particolare quei 6.123 abbonati che hanno espresso, nonostante tutto, fiducia.
E che mai si sognerebbero di mollare la baracca, ora anche per rispetto di una squadra che ha bisogno di essere sostenuta per crescere e disputare un campionato degno di questi colori.

Rovinare da fuori quello che sta funzionando sul campo, ma che ha bisogno di perfezionarsi, sarebbe infatti un peccato mortale. Il derby di Padova, nonostante sia stata forse la peggiore delle gare giocata finora, ha confermato che questa squadra è stata impostata bene e potrebbe avere margini di miglioramento enormi. A patto di non dimenticare per strada umiltà e sacrificio. Nel senso che in un campionato come la C, se il Padova (o chi per esso) la mette fin da subito sul fisico e – si diceva una volta – “mena come un fabbro”, si deve rispondere a tono, bisogna farsi rispettare col carattere. Il che non vuol dire menare a propria volta, ma fare “sentire la presenza”, “sporcarsi nel fango” un po’ di più. Ok il possesso palla, la costruzione dal basso, le uscite in bello stile alternando passaggi in orizzontale e verticalizzazioni improvvise, ma servono anche grinta e cinismo. Quando è necessario più spada e meno fioretto, in questo si deve crescere. Sempre che là fuori, però, permettano di farlo….

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